Wczoraj podałam komentarze głównych włoskich mediów na temat wyboru nowego prezydenta w Polsce.
Dziś, ponieważ według oficjalnych wyników PKW, na Andrzeja Dudę głosowało większość młodych ludzi, proponuję punkt widzenia włoskich studentów, którzy z zainteresowaniem przyglądają się i analizują nową sytuację w Polsce.
Z serii artykułów w języku włoskim, dla posługujących się językiem w stopniu zaawansowanym polecam dziś artykuł studenta nauk politycznych w Mediolanie:
Analizziamo il risultato elettorale rispondendo a vari quesiti. Come potrà cambiare internamente la Polonia? Cosa potrebbe cambiare per noi? La Polonia è un importante baluardo orientale per la Nato e sta seguendo un difficile percorso di integrazione nell'UE; cosa significa questa vittoria per gli attori in gioco? Quali sono le prospettive future per la Polonia, per l'est Europa e per l'Unione?
Presidenziali in Polonia: vince il nazionalista euroscettico Duda. Quali prospettive future?
I sondaggi, si sa, ogni tanto sbagliano: tutti puntavano, precedentemente al primo turno elettorale1, sul presidente uscente Komorowski, sostenuto dal partito moderato Piattaforma Civica – PO. Invece Andrzej Duda è riuscito a raggiungere il ballottaggio prima e a vincere poi. Il risultato apre degli scenari interessanti, carichi, però, di una certa dose di inquietudine.
I tratti salienti del nuovo presidente possono essere riassunti in alcune parole chiave, parole che fanno sobbalzare sia Bruxelles che Mosca: euroscettico e nazionalista. Oltre a essere un fervente cattolico, infatti, il neo eletto è catalogabile nella grande famiglia degli euroscettici. Un duro colpo per la traballante Unione. D’altro canto, Putin non può dormire sonni sereni: il sentimento russofobo è assai forte in Polonia e il nuovo presidente lo incarna alla perfezione. Questo giovane rampante è stato spinto da Jaroslaw Kaczynski, leader del partito euroscettico Diritto e Giustizia (PiS): in molti si sono domandati il motivo per cui Kaczynski non abbia deciso di correre alle presidenziali come aveva fatto nel 2010. Ora, forse, possiamo dare una risposta, per quanto azzardata: Kaczynski punta a diventare Primo Ministro nelle elezioni politiche che si terranno a metà ottobre. La forma di governo polacca è simile alla nostra: repubblica parlamentare bicamerale. In tale sistema, il Primo Ministro (il Presidente del Consiglio, per dirla all’italiana) è a capo del potere esecutivo e, come tale, ha più potere del Presidente della Repubblica (anche se, in Polonia, l’elezione diretta dello stesso gli conferisce maggiori poteri rispetto al nostro paese. Per esempio è attribuito al Presidente il diritto di iniziativa legislativa). Se il partito di Kaczynski dovesse vincere anche le politiche, la Polonia potrebbe continuare nella svolta a destra iniziata con l’elezione di Duda. Ciò comporterebbe rilevanti mutamenti sia interni che esterni.
Internamente il rischio di una svolta autoritaria sarebbe marcato: il leader di PiS non cela la sua ammirazione per Viktor Orban, premier ungherese noto per il suo conservatorismo (Juncker, presidente della Commissione europea l’ha salutato, ultimamente, con un “Ciao dittatore!” assai eloquente…).
La linea Duda-Kaczynski verterebbe su una serie di riforme – che qualcuno dalle nostre parti definirebbe populiste – come l’abbassamento dell’età pensionabile, sussidi alle famiglie più numerose e critica alla fecondazione in vitro. Certamente la linea liberale di Piattaforma Civica e del precedente presidente Komorowski verrebbe meno, anche se è ancora presto per fare pronostici più precisi. Indiscutibilmente cadrebbero le istanze europeiste più marcate: l’entrata nell’Euro sarebbe più lontana che mai.
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autor: Simone Zuccarelli
źródło: La Voce della Fenice (lavocedellafenice.wordpress.com/)
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